Produzione biologica pomodoro vs convenzionale 8

Osservazioni di Paolo Pizzoccheri.

Per commentare visionare il documento allegato.

8 thoughts on “Produzione biologica pomodoro vs convenzionale

  1. Reply Davide Scaccini Jul 6, 2015 4:32 pm

    Ho trovato il documento molto interessante per le valutazioni e i confronti eseguiti tra i due regimi.
    Ho curiosità altresì sull’aspetto della valutazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici. Sempre tra un regime convenzionale e uno di agricoltura biologica, sono state affrontate analisi, nel tuo lavoro, in cui si valutano le differenze di biodiversità? Conosco alcune ricerche relative ad esempio alla biodiversità nei margini di campo non trattati (non prettamente di agricoltura biologica, però), dove è stato dimostrato l’effetto positivo di tassi elevati di biodiversità per la presenza di predatori naturali degli antagonisti dei campi coltivati. Qual è la tua opinione in merito, nello specifico nella coltivazione del pomodoro da industria? Possiedi dati specifici a riguardo?

  2. Reply Paolo Pizzocheri Jul 6, 2015 8:30 pm

    La prova originariamente era nata per fare un raffronto agronomico tra sei diverse cultivar di pomodoro da industria, e valutare quelle che si prestassero meglio alla coltivazione biologica in termini produttivi.
    Particolari valutazioni sulla biodiversità non sono state comunque svolte nel caso specifico (tipo valutazione della qualità biologica del terreno), sono però state fatte le analisi del terreno durante la prova triennale (di cui riporto un estratto) e si vede come la conduzione biologia assestata nel tempo presenti una percentuale di materia organica che mediamente è sempre un 40% in più rispetto al regime colturale convenzionale.
    Da questo mi sento di dire che il regime biologico porta sicuramente un miglioramento nei confronti della comunità detrivora del suolo.

    Caratteristiche del suolo Biologico Convenzionale
    2010 2011 2012 2010 2011 2012
    N. tot. Kjeldahl (‰) 0,95 1,80 1,60 0,97 1,30 1,10
    Materia organica (‰) 31,0 25,9 22,0 16,0 15,5 14,0
    CSC (meq/100 g) 25,20 27,90 25,90 10,50 18,30 19,70

    Oltre a questo fatto specifico, direi che un così netto aumento della sostanza organica incide positivamente su tutta una serie di servizi ecosistemici.

  3. Reply Paolo Pizzocheri Jul 6, 2015 8:45 pm

    Purtroppo nel postare il commento ho visto che la tabella si è disallineata.
    Comunque in breve, la media sui tre anni di prova per la sostanza organica nel terreno è del 2,63 % nel biologico e del 1,51 % nel convenzionale.

  4. Reply Luca Sbroffoni Jul 7, 2015 8:53 am

    Paolo, una curiosità: c’è un motivo particolare per cui hai scelto la Piana del Sele per presentare il tuo studio?
    Chiedo solo perché so che quel territorio presenta diverse criticità e contraddizioni: ad esempio, senza entrare in dettaglio, il degrado paesaggistico a causa dell’elevato sviluppo di ettari a serra, anche se molti dei quali condotti a biologico; oppure, il costante rischio di ripercussioni sull’economia agricola locale per via dello scandalo “Terra dei fuochi” che ha travolto le vicine province di Caserta e Napoli, a cui cerca rimedio volendo creare un marchio certificato per attestare la salubrità e la qualità delle produzioni agricole del territorio Piana del Sele.

  5. Reply Paolo Pizzocheri Jul 7, 2015 9:24 pm

    Nello specifico questa prova nasceva in origine per fare una valutazione tra sei diverse cultivar di pomodoro da industria e vedere quelle che rispondevano meglio alla coltivazione biologica raffrontandole alla coltivazione convenzionale della medesima zona.
    La località è stata scelta a seguito della collaborazione che a suo tempo era nata con il CRA di Battipaglia e le persone che si erano occupate di questo tipo studio, anche nell’ottica di fare queste verifiche in un area particolarmente vocata a una produzione molto tipica per l’Italia.

  6. Reply Luca Sbroffoni Jul 8, 2015 10:13 am

    Bene, ora che è stato messo in evidenza come l’agricoltura a conduzione biologica faccia bene all’ambiente, vedremo se arriveranno risposte positive anche in termini di salute grazie al consumo di prodotti biologici; non che frutta e verdura convenzionali facciano male (ovvio, a meno che non contengano chili di nitrati, o non siano stati coltivati sulla spazzatura), ma magari quelle bio potrebbero forse fare “un po’ più bene”.
    In realtà personalmente ci credo poco a questa possibilità, anche perché, se vi ricordate, in un convegno in Cattolica un’esperta di proteomica ci disse come, ad esempio per le fragole biologiche, che producono più proteine allergogene in conseguenza del fatto che, non ricevendo trattamenti, devono “fare da sé” per difendersi; quindi i soggetti più suscettibili sarebbero più a rischio di contrarre una reazione allergica.

  7. Reply Paolo Pizzocheri Jul 11, 2015 8:15 pm

    La coltivazione in regime biologico non è certamente cosa facile da fare bene, anche perché oltre a quello che dici tu occorre considerare che anche certi parassiti, come ad esempio funghi, possono poi portare alla formazione di tossine fortemente dannose per l’uomo ( vedi micotossine del mais), e quindi è importante eseguire trattamenti con sostanze poco tossiche per l’uomo e l’ambiente ma comunque efficaci contro i parassiti stessi. La mia opinione personale è che progressivamente il biologico si avvicinerà di più ai metodi della produzione integrata, ma soprattutto la produzione integrata si avvicinerà sempre di più ai metodi biologici, confluendo in un unico sistema di coltivazione.
    In tutti i casi un approccio biologico, come emerge dalle analisi del terreno riportate, aumenta la sostanza organica nel suolo in modo molto sensibile, con effetti positivi sulla fertilità dei terreni, sullo stoccaggio del carbonio, sulla fauna edafica, portando a una maggiore ritenzione idrica dei terreni, e favorendo la biodepurazione delle acque superficiali, quindi un notevole effetto positivo sui servizi ecosistemici offerti dal sistema agroforestale.

  8. Reply Paolo Pizzocheri Jul 13, 2015 9:04 am

    Per quello che riguarda gli aspetti di sicurezza alimentare in termini di residui di pesticidi nei prodotti alimentari, cercando informazioni in merito, ho trovato da un comunicato stampa dell’efsa del 11/12/1014, che: dai risultati dei programmi di controllo nazionali si evince che il 97,1% dei campioni alimentari analizzati conteneva residui di pesticidi nei limiti di legge ammessi dall’UE, noti come livelli massimi di residui (LMR). Per gli alimenti biologici la percentuale di eccedenza degli LMR in confronto ai prodotti non biologici è risultata inferiore (lo 0,8% contro il 3,1%).
    Quindi la tecnica di coltivazione biologica, probabilmente associata ai controlli che certificano le attività agricole biologiche, portano a una minore incidenza dei casi di sforamento dei limiti massimi residui ammessi di pesticidi. Da qui mi sentirei di dire che la conduzione biologica possa dare un contributo positivo alla qualità della vita dell’uomo sia per gli effetti positivi sull’ambiente che per gli effetti diretti derivanti da minori problemi di residui di pesticidi negli alimenti.

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