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Provate a mangiare in una mensa scolastica dove i bambini sono stipati come sardine e dove le voci rimbombano fino a bloccare il cibo nello stomaco! E che effetto fa ingurgitare velocissimamente un piatto di pasta in una mensa aziendale, seduti su scomode sedie e poggiati su freddi e stretti tavolini, davanti ad un collega con cui non si riesce a scambiare due parole in fila? In trattoria, al ristorante, al bar monitor di dimensioni, le più varie, confortano i clienti e li liberano dall’horror vacui della noia e dell’assenza di argomenti di conversazione.
Un cibo è buono non solo se è sano e soddisfa il nostro palato, ma anche se è servito nel modo giusto e nei luoghi adeguati. I luoghi del mangiare sono sempre più somiglianti a corridoi dove si passa per espletare velocemente la funzione nutrizionale e scappare via per dedicarsi ad altro. Mangiare in santa pace, pranzare e cenare in un tempo dedicato e in ambienti che rendano possibile assieme al nutrimento del corpo anche quello dello spirito, sono cosa sempre più rara.
