Xylella, epidemie versione 2.0 4

Osservazioni di Michela Pati sulla Xylella, la nuova batteriosi dell’olivo.

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4 thoughts on “Xylella, epidemie versione 2.0

  1. Reply Gabriele Rocchetti Jun 29, 2015 4:12 pm

    Il risk assessment da parte dell’EFSA ha stabilito che la principale fonte di introduzione di Xylella Fastidiosa nell’UE è il commercio e la movimentazione di vegetali destinati alla messa a dimora. Siccome Xylella è un batterio nocivo già regolamentato con la Direttiva 2000/29/CEE che vieta la sua introduzione e diffusione, mi chiedo se i controlli siano stati svolti nel modo corretto dal momento che questo fenomeno ha provocato un effetto significativo in termini economici ed eco-sostenibili, in un’area geografica fortemente vocata per l’ulivo.Inoltre in alcune zone in provincia di Lecce il batterio è ormai endemico e sarà quindi impossibile eradicarlo, ma queste aree potranno essere usate come laboratori a cielo aperto per studiare il fenomeno. Certo però che tra inchieste giudiziarie che hai citato nell’articolo e movimenti contro i ricercatori, il lavoro di questi ultimi non è semplice e per certi versi è preoccupante per la comunità scientifica. Vorrei concludere, chiedendoti cosa ne pensi, citando la preoccupazione di Rodrigo Almeida dell’Università della California, Berkeley, tra i massimi esperti al mondo di Xylella: “Gli scienziati in Puglia al lavoro sull’epidemia di Xylella hanno lavorato senza sosta per due anni: il riconoscimento per il loro impegno è stato quello di essere attaccati di continuo, non riesco nemmeno a immaginare come possa essere”.

  2. Reply Andrea Masseroni Jun 30, 2015 9:08 am

    Sicuramente l’epidemia di Xylella ha colpito duramente il settore agricolo del Salento e questo è scoraggiate; mi chiederei però come mai non si sia riusciti a trovare un “rimedio” al batterio in questione avendo noi, a livello di Europa, un sistema scientifico all’avanguardia di gestione del Rischio e di ricerca (si vedano le università quali la Cattolica). Allo stesso tempo la procedura di contenimento dell’epidemia mi è sembrata molto drastica per l’entità, e mi chiedo se non si sia voluto porre rimedio ad una situazione già drammatica fino a quel momento sottovalutata dal Ministero dell’Agricoltura.

  3. Reply Michela Pati Jul 1, 2015 8:31 pm

    Indubbiamente i controlli effettuati sui vegetali importati in UE non sono stati rigorosi perchè come conferma EFSA la via principale di introduzione del batterio è stato proprio il commercio, quindi questo è il primo di una serie di punti critici su cui bisognerebbe indagare. Per quanto riguarda la critica mossa verso i ricercatori pugliesi, di sicuro gli artefici dell’avvio di tale epidemia dovranno essere sottoposti a pesanti sanzioni, ma penso che il problema più urgente da affrontare sia quello di trovare una soluzione per debellare questo batterio nocivo e contrastarne la diffusione e l’unico modo per farlo è quello di incoraggiare la ricerca per giungere ad una soluzione concreta

  4. Reply Mattia Noci Jul 2, 2015 5:12 pm

    Senz’altro il problema di questo attacco ai nostri ulivi salentini, massimi produttori nonché secolari di quello che è uno degli oli più buoni del mondo, è da prendere seriamente in considerazione per trovare una soluzione al più presto. Ma allontanandoci per un momento dal discorso microbiologico, questa questione ha un importante connotazione internazionale sui rapporti commerciali soprattutto dopo la così detta beffa francese. Dopo aver deciso di bloccare 102 specie di vegetali provenienti dalla Puglia per evitare contaminazioni, hanno subito un “attacco” dall’Olanda. Il batterio della Xylella fastidiosa è stato infatti per la prima volta individuato in territorio francese, nel mercato all’ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi grazie ai controlli rinforzati messi in atto su una pianta di caffè arrivata dall’America attraverso l’Olanda. Un percorso che coincide con quello che nel 2013 portò la Xylella in Puglia, attraverso delle piante di caffè ornamentali provenienti della Costarica. Da Roma, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha sottolineato che «il riscontro della presenza del batterio anche in Francia dimostra quello che abbiamo sempre detto, che l’emergenza Xylella è di carattere sovranazionale. La notizia del ritrovamento a Parigi di Xylella fastidiosa in una pianta di caffè entrata dall’Olanda non ha mancato di suscitare reazioni anche in Puglia che, citando quanto ho letto su delle dichiarazioni prese dalla stampa: “È vergognoso che a distanza di due anni dal ritrovamento del patogeno da quarantena in Puglia sia arrivata a Parigi una pianta di caffè con la Xylella fastidiosa proveniente dal Sudamerica attraverso l’Olanda ed è una ulteriore conferma dell’immobilismo e dei gravissimi e inaccettabili ritardi della Commissione Europea nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria con delle frontiere colabrodo. È evidente che non sono state ancora attivate efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l’embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi salentini, come ad esempio il sud America e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra Ue, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto, dall’Olanda possono entrare piante infette. Quindi è meglio che ci impegnamo a migliorare le condizioni di importazione delle derrate extra UE e sulla lotta a questo batterio, piuttosto che imporre ridicoli embarghi per tentare di proteggersi a livello nazionale, siamo in unione europea quindi la protezione e la tutela del singolo stato non dovrebbe nemmeno venire in mente alle istituzioni: proteggere tutti agendo correttamente uno per uno.

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