Fumonisine negli alimenti 3

Osservazioni di Mattia Noci sullo stato di contaminazione degli alimenti da fumonisine, una micotossina.

Per intervenire visionare il documento allegato.

3 thoughts on “Fumonisine negli alimenti

  1. Reply Andrea Masseroni Jul 1, 2015 7:22 am

    Lavoro sicuramente interessantissimo questo, nonché esplicativo di una tematica ancora forse non pienamente conosciuto al consumatore; avrei però delle perplessità quando si dice che processi come la molitura siano in grado di ridurre la concentrazione di micotossine come la fumonisina B1. Inoltre non mi è chiaro come mai pratiche che aumentano il rischio di contaminazione di micotossine, quali il minimum tillage, e quindi un successivo deprezzamento del raccolto possano diffondersi così in maniera significativa

  2. Reply Gabriele Rocchetti Jul 1, 2015 9:17 am

    Condivido le tue considerazioni finali riguardo al fatto che il problema Fumonisine sia attualissimo e di notevole portata soprattutto in aree geografiche come il Nord Italia. In effetti oggi si parla solo di strategie per prevenire la contaminazione da micotossine (non a caso si sono sviluppati modelli previsionali ad hoc) sulla base delle caratteristiche chimico/fisiche delle tossine e soprattutto sul ruolo delle tecniche colturali e sulle condizioni pedoclimatiche. Sul mercato negli ultimi anni ha preso piede l’ingegneria genetica: l entrata in commercio di piante di mais Bt (Bacillus thuringensis) che esprimono l’endotossina Cry specifica per alcuni tipi di Lepidotteri e Coleotteri, ha portato diversi ricercatori a studiare la diminuzione di micotossine ottenibile attraverso l utilizzo di ibridi Bt rispetto alle corrispettive piante isogeniche. Volevo chiederti in uno scenario di questo tipo cosa ne pensi delle tecniche di mitigazione oggi presenti sul mercato, e se ritieni in futuro ci possa essere un’ulteriore evoluzione delle metodiche di prevenzione.

  3. Reply Mattia Noci Jul 2, 2015 7:20 pm

    Riguardo le tecniche di mitigazione saranno naturalmente soggette ad un miglioramento continuo poiché le basi della lotta alle micotossine consistono in una progettazione dei comportamenti da farsi in virtù delle condizioni climatiche, del tipo di coltura e delle condizioni di temperatura e umidità ma secondo me con l’andare degli anni si cercheranno tecniche di mitigazione di tipo sempre più moderno e sofisticato e la via della modificazione genetica per rendere le piante meno sensibili o addirittura resistenti sia agli infestanti che ai funghi.
    Per quanto riguarda il minimun tillage parliamo di una gestione dell’acqua e quindi dell’acqua libera e dello stress idrico dai quali dipendono le attività del fungo ed il fusarium è un fungo esigente dal punto di vista dell’attività dell’acqua prediligendo alti valori 0,95-0,99 aw circa.

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