Mercurio negli alimenti 5

Osservazioni di Tommaso Mastrofilippo

Osservazioni di Tommaso Mastrofilippo sull’effetto del mercurio negli alimenti e relativa valutazione del rischio.

Per commenti fare riferimento al documento allegato.

5 thoughts on “Mercurio negli alimenti

  1. Reply Elia Romanini Jul 13, 2015 6:05 pm

    Sono d’accordo con le osservazioni di Tommaso. I costi sono elevati per le analisi di laboratorio e ci sono evidenti difficoltà legate alla incompatibilità dei tempi di analisi con le esigenze di commercializzazione. Bisognerebbe intervenire maggiormente con processi di comunicazione e informazione rivolti ai consumatori, processi a tutt’oggi insufficienti a mio avviso.
    Alcune possibili soluzioni adottabili dal consumatore potrebbero essere quella di consumare sempre meno pesci che si trovano ai vertici della catena alimentare e quella di porre attenzione sugli allevamenti, dove il rischio di biomagnificazione è elevato.

  2. Reply Tommaso Mastrofilippo Jul 14, 2015 1:08 pm

    In effetti si potrebbe diminuire il consumo di specie ittiche che presentano fenomeni di bioaccumulo rischiosi per la salute umana, ma prendiamo ad esempio il tonno: nel 2014 in Italia si è registrato un aumento del 5% dei consumi e allo stesso tempo le esportazioni hanno raggiunto un +14%. Risulta, di conseguenza, molto difficile diminuire il consumo di un alimento che oggi assume un’importante ruolo nella dieta europea.
    Credo sia necessario incrementare la comunicazione riguardo i livelli massimi di consumo delle specie ittiche in questione e mantenere il controllo delle acque di pesca attraverso piani di monitoraggio efficienti da parte delle istituzioni. In questo modo si potrebbero salvaguardare le esigenze di food safety e gli aspetti economici del mercato.

  3. Reply Parfait Nitunga Jul 14, 2015 2:03 pm

    Ritengo che non ci sia un’informazione puntuale ed esaudiente sulla prevenzione dalle sostanze contenute negli alimenti che mangiamo. E’ allarmante il fatto di dovere mangiare un metallo anche a piccole dosi.
    Sono stati valutati gli effetti positivi dell’apporto nutrizionale del consumo di pesce, per le donne in età fertile, per le donne incinta e che allattano come pure per i bambini, grazie alla presenza di acidi grassi polinsaturi a lunga catena in particolare.
    Sono stati divulgati linee guide sulle specie a rischio e trasmessi limiti di legge per fare fronte ad un’esposizione eccessiva al metil-mercurio.
    Ora bisognerebbe parallelamente affrontare con più serietà l’aspetto ecologico, cioè sul come evitare e diminuire per quanto possibile la presenza e l’immissione del contaminate nell’ambiente.

  4. Reply Rebecca Rizzi Jul 15, 2015 8:22 pm

    A mio parere si dovrebbe anche veicolare il consumatore in cerca di informazioni su siti attendibili con validità scientifica (vedi EFSA e RASFF ecc..) poiché negli ultimi anni l’interesse sulle intossicazioni dovute al consumo di alimenti ittici contenenti Mercurio è cresciuto esponenzialmente, portando però anche ad una grande disinformazione e confusione, soprattutto sui canali web, con conseguente “psicosi da mercurio”.

    Come già detto infatti, il consumo di pesce presenta molti lati positivi per la salute umana ed ha anche un considerevole peso sull’economia di molti Paesi. La disinformazione potrebbe quindi portare a dei problemi risolvibili con una comunicazione più efficace.

    Per quanto riguarda invece un piano di monitoraggio, sono state messe in atto procedure per aumentarne l’efficienza?

  5. Reply Tommaso Mastrofilippo Jul 15, 2015 9:35 pm

    I piani di monitoraggio vengono stabiliti a livello comunitario e nazionale. In Italia esiste anche il primo centro di riferimento sul mercurio che permette il coordinamento di un programma di osservazione globale messo a punto nell’ambito di un progetto europeo (Global Mercury Observation System), curando tutte le attività inerenti la validazione,il reporting e la divulgazione dei dati.
    Oggi, in seguito alla globalizzazione, specie ittiche potenzialmente interessate dal contaminante in questione vengono sempre più importate in Europa e di conseguenza è importante l’attività ispettiva da parte degli uffici doganali. Ovviamente non è possibile monitorare tutti i lotti in entrata e proprio per questo la mia osservazione sostiene l’incremento dell’aspetto comunicativo.

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