Luca Sbroffoni ha eseguito una ricerca sull’argomento puntando l’attenzione ad una nuova tecnologia di recente sviluppo.
Per commentare le sue riflessioni partiamo dal suo documento
Luca Sbroffoni ha eseguito una ricerca sull’argomento puntando l’attenzione ad una nuova tecnologia di recente sviluppo.
Per commentare le sue riflessioni partiamo dal suo documento
Mi sono sempre chiesto perché dovessi mettere i contenitori in
TETRA-PAK nella raccolta differenziata e non nel bidone dove vanno i materiali che non hanno possibilità di riciclo.
Me lo sono sempre chiesto proprio perché notavo l’eterogeneità dei materiali che compongono questo tipo di imballaggio, materiali tra le altre cose molto diversi tra di loro.
Sono sempre stato un po’ scettico sul tetra-pack rispetto al vetro, ma avendo ora compreso le effettive possibilità di riciclo, e avendo anche appreso in occasione delle discussioni inerenti l’impronta carbonica relativa la produzione del vino, che una fetta enorme ci carbon foot print va imputata all’imballo ( specie causa il vetro), devo dire che alcune mie convinzioni sono cambiate, o comunque meritano di essere rianalizzate.
Volevo far notare che ci sono addirittura marchi registrati per quanto riguarda i prodotti derivati da riciclo delle componenti del TETRA-PAK: per esempio “CARTALATTE-tm” e CARTARFUTTA-tm” che derivano dalla componente cellulosica, ed “ECOALLENE-r” che deriva dalla componente di polietilene insieme all’alluminio residuo.
I primi due, così chiamati per la loro precedente funzione di contenitori per latte e succo di frutta, sono ottenuti da delaminazione (separazione costituenti del TETR-PAK) e successivo lavaggio e filtraggio, cosicché la pasta di cellulosa viene distesa ed essiccata, regolando spessore e omogeneità, ed infine è avvolta in rotoli; questi materiali sono particolarmente adatti per la produzione di shopper e per la cancelleria.
Il terzo invece è un materiale plastico utilizzato per produrre gadget, vasi, fioriere, kit da scrivania, ecc.
Sempre dalle componenti di polietilene ed alluminio si ottiene il “Maralhene” che viene venduto sotto forma di granuli o di polvere, a ditte di trasformazione della plastica che lo utilizzano per diverse finalità: infatti, è impiegato nell’edilizia, e anch’esso per la bigiotteria, per articoli da scrivania, nella florovivaistica, ecc.
Da qui, per una completa chiusura del cerchio, diventa molto importante assicurare un mercato autonomo che si autosostenga grazie al valore, la responsabilità e la piacevolezza che questi prodotti dimostrano.
Per questo motivo, l’azienda a cui ho fatto riferimento, ha realizzato iniziative di sensibilizzazione interna allo stabilimento e di informazione verso i consumatori per incentivare un corretto recupero e riciclaggio degli imballi TetraPak.
Volevo far notare che ci sono addirittura marchi registrati per quanto riguarda i prodotti derivati da riciclo delle componenti del TETRA-PAK: per esempio “CARTALATTE-tm” e CARTARFUTTA-tm” che derivano dalla componente cellulosica, ed “ECOALLENE-r” che deriva dalla componente di polietilene insieme all’alluminio residuo. I primi due, così chiamati per la loro precedente funzione di contenitori per latte e succo di frutta, sono ottenuti da delaminazione (separazione costituenti del TETR-PAK) e successivo lavaggio e filtraggio, cosicché la pasta di cellulosa viene distesa ed essiccata, regolando spessore e omogeneità, ed infine è avvolta in rotoli; questi materiali sono particolarmente adatti per la produzione di shopper e per la cancelleria. Il terzo invece è un materiale plastico utilizzato per produrre gadget, vasi, fioriere, kit da scrivania, ecc. Sempre dalle componenti di polietilene ed alluminio si ottiene il “Maralhene” che viene venduto sotto forma di granuli o di polvere, a ditte di trasformazione della plastica che lo utilizzano per diverse finalità: infatti, è impiegato nell’edilizia, e anch’esso per la bigiotteria, per articoli da scrivania, nella florovivaistica, ecc. Da qui, per una completa chiusura del cerchio, diventa molto importante assicurare un mercato autonomo che si autosostenga grazie al valore, la responsabilità e la piacevolezza che questi prodotti dimostrano. Per questo motivo, l’azienda a cui ho fatto riferimento, ha realizzato iniziative di sensibilizzazione interna allo stabilimento e di informazione verso i consumatori per incentivare un corretto recupero e riciclaggio degli imballi TetraPak.